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Dario Buccino

NEWS

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EVENTI PASSATI

GIUGNO 2017


Archiaro 2017
 | Ambient and Experimental Music Fest, Albi, Calabria. 

17 Giugno, Finalmente il tempo è intero nº 3 (2017) per Lamiera HN® solista.

 


MAGGIO 2017


Teatro Franco Parenti, Milano | Stasera si può entrare Fuori: una piccola folia di Andrée Ruth Shammah 

Dal 23 al 28 Maggio
- ore 20:00 (partecipanti al laboratorio di Lamiere HN®)
- ore 20:30 (apertura al pubblico)


MAGGIO 2017


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Ho vissuto un incontro meraviglioso con i ragazzi di una scuola media in provincia di Varese.

Seguendo la forma di una lezione-concerto, potete vedere nel video come ho introdotto i giovani ascoltatori entusiasti al mondo della Lamiera HN®.


APRILE 2017

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Ho avuto il grandissimo piacere di partecipare nel Milano Fuorisalone 2017 come espositore, compositore, ed esecutore. Ho presentato il mio strumento, l’inCubo®, ed ho eseguito il mio pezzo Condemned to Happiness nº 1, un’istallazione sonora e performance per incCubo, Lamiere HN® e pubblico attivo.

Il pubblico, sotto la mia direzione in tempo reale, è diventato esecutore, oltre che ascoltatore. Le Lamiere HN e l'incCubo, grazie alla loro concezione intuitiva, possono essere suonati con facilità anche dai non-musicisti, dando vita a un flusso di sonorità ora dolci e carezzevoli, ora tempestose e squassanti. Alle vibrazioni delle Percussioni HN si sono uniti quelle delle voci di tutti i partecipanti, creando una grande sfera di suono imbevuta dell'emotività sprigionata qui e ora.

Eseguito quattro volte durante la serata, il pubblico ha reagito con l'entusiasmo e curiosità di bambini ad essere invitati ad interagire con gli strumenti: una vera delizia da osservare.



FEBBRAIO 2017


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Mirko Jevtović ha fatto la prima esecuzione assoluta di Finalmente il tempo è intero nº 1 per fisarmonica e superficie risonante (un esecutore) al 2017 Impuls Festival a Graz.

Avendo conosciuto Mirko l'estate scorso al Ferienkurse für Neue Musik a Darmstadt, mi ha poi commissionato di scrivergli un pezzo per fisarmonica sola. Sono fiero di presentare la sua interpretazione, il risultato di una collaborazione talmente fertile, eseguito con grande maestà. 


OTTOBRE 2016


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La forza del destino | Odissea musicale di Vinicio Capossela

Vinicio Capossela, voce e pianoforte
Enrico Lazzarini, contrabbasso
Dario Buccino, lamiera HN® e percussioni
Marco Gianotto, organetto
Fabiola Salaris, soprano
Adriano Popolani, tenore
Francesco Coppo, basso
Accademia Corale Stefano Tempia, coro
Stefano Nanni
, armonium, arrangiamenti e direzione
Ermanna Montanari
e Marco Martinelli (Teatro delle Albe), movimenti e chiave di regia

TEATRO FARNESE | Parma | 6 Ottobre 2016
Produzione TEATRO REGIO PARMA
| In collaborazione con BAREZZI FESTIVAL X edizione
Commissione del FESTIVAL VERDI in prima assoluta


AGOSTO 2016

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A presto
Darmstadt! Quest'anno tre mie composizioni, facenti parte di un ciclo di nuovi lavori, sono state eseguite da musicisti di grande talento, intensità e preparazione tecnica:
- Il nulla non è neutro n° 4
, per trombone, eseguito da
Raffaele Marsicano.
- Il nulla non è neutro n° 3, per chitarra elettrica e fisarmonica, eseguito  da Nate Chivers e Mirko Jevtović.
- Il nulla non è neutro n° 8, per violoncello e pianoforte, eseguito da Ellen Fallowfield e Lan Cao.

Ho tenuto anche due conferenze negli Open Space:
- HN System®: composing the body
- Thundersheet reimagined: the HN Thundersheet and HN Percussion®

Grazie a tutti coloro che hanno reso questo Ferienkurse 2016 così interessante e un ringraziamento speciale agli interpreti della mia musica, oltre che a Hannah Weisbach, Anne Heffner, Krassimir Sterev, Yaron Deutsch, Lucas Fels, Nicolas Hodges e Brian Ferneyhough.


LUGLIO 2016

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Sto lavorarando con una compagnia teatrale professionalmente e umanamente meravigliosa, in uno spettacolo divertentissimo e toccante. Ecco un assaggio di alcune recensioni di Come vi piace di William Shakespeare, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, con la regia di Leo Muscato e le musiche composte e suonate dal sottoscritto

«Le musiche, eseguite dal vivo da Dario Buccino con strumenti a corda, sono di gran bellezza: non avvolgono come in un drammone arcadico pieno di sinfonie emotive, ma coinvolgono, imprimendo un ritmo nell’animo, e degli attori e degli spettatori.»
Matteo Tamborrino, outsidersmusica.it 

«Applausi per Dario Buccino, che da un angolo della ribalta accompagna l’azione suonando dal vivo la chitarra.»
Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore

«La presenza in proscenio del chitarrista Dario Buccino, infine, rende giustizia alla musicalità già insita in Come vi piace, commedia non a caso definita “mozartiana” dallo stesso Muscato.»
Manuela Marascio, dietrolequinteonline.it

«...accompagnati dalle musiche, queste immancabile perno dell’intero spettacolo, firmate e eseguite da Dario Buccino.»
Elio Rabbione, iltorinese.it

Dopo le settimane al Carignano di Torino e le repliche al Teatro Romano di Verona per il 68° Festival Shakesperiano, ci accingiamo alla tourneè in Italia e in Cina di ottobre! 


GENNAIO 2016


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Grazie alla collaborazione con Zona K, è stato nuovamente realizzato Ma vero, la composizione per Lamiere HN®, voci e clarinetto che ho scritto per l'Ensemble HN e che abbiamo eseguito per dieci anni consecutivi, fino al 2006.

La performance ha avuto luogo presso Zona K, in via Spalato 11, a Milano, Venerdì 18 e sabato 19 marzo 2016. Il teatro era strapieno entrambe le date, e l'ascolto del pubblico era così vivo che ce lo sentiamo ancora addosso!

ENSEMBLE HN
Dario Buccino | Lamiera HN, voce
Marco Crescimanno | Lamiera HN, voce
Renato Gatto | Lamiera HN, voce
Emiliano Turazzi | Lamiera HN, clarinetto

L’esecuzione di Ma vero ha luogo in uno spazio vuoto di circa 100 mq. Il pubblico ammesso a ciascuna esecuzione è di 50 ascoltatori, seduti o sdraiati su cuscini e materassini collocati sul pavimento e circondati dalle lamiere HN. La performance avviene nel buio quasi completo, leggermente rischiarato da una piccola fonte luminosa (di intensità uguale o inferiore a quella di un'unica candela). Le dimensioni, la silenziosità e l’oscurità della stanza hanno importanza cruciale per la riuscita sia acustica, sia esperienziale di Ma vero. L'esperienza del silenzio e del suono arriva a coinvolgere l'intero corpo dell'ascoltatore.

Immagine promo MA VERO leggeraDARIO EMILIANO MARCO RENATO (corretta)«Nessuna registrazione può riprodurre in modo soddisfacente ciò che le performance di Buccino sprigionano – qui e ora – nell’immediatezza della dimensione live: l’infinita ricchezza dello spettro delle frequenze e le modalità con cui si proiettano nello spazio acustico; le impressionanti escursioni dinamiche [...]; l’immedesimazione dello spettatore nella concentrazione e nella fatica dell’interprete, intento ad accarezzare, abbracciare, dondolare, flettere, contorcere, scuotere, percuotere la lamiera con qualsiasi parte del corpo e con le tecniche più disparate; la dimensione estremamente fisica di quell’esperienza e le circostanze sceniche in cui si verifica (l’esecutore a piedi nudi, nell’oscurità della sala, col pubblico intorno e a distanza ravvicinata); lo stordimento e lo scuotimento dell’animo che ne derivano.»
Pietro Misuraca, Curva Minore Contemporary Sounds 


La partitura di Ma vero utilizza la notazione del Sistema HN®, sistema musicale basato sulla parametrizzazione del processo performativo.
HN è l'acronimo di Hic et Nunc – qui e ora.
 


OTTOBRE 2015


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Mi prendo anch'io La Colpa. Mi hanno chiesto di suonare la Lamiera HN® ne La cisterna un brano del loro album, Mentre guardi alla Germania, e sono felice di aver dato il mio contributo a un progetto così vivo!


GIUGNO 2015


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Make Music Milan, la Festa della Musica di Milano, è alla sua seconda edizione. Il festival è nato per portare nelle strade della città ogni tipo di realtà musicale, e sta dimostrando quanto sia viva la curiosità del pubblico anche nei confronti della musica meno vicina al mainstream. Quest'anno ho avuto il piacere di suonare con il Laboratorio Corale di Milano diretto da Susan Lovegrove Graziano, per il quale ho composto Il nulla non è neutro n° 1, per lamiera HN e coro.


SETTEMBRE 2014

"La composizione dell'esperienza (e la sua notazione) nell'arte musicale-olistica di Dario Buccino"
Conferenza di Stefano Lombardi Vallauri

EuroMAC2014 – Ottavo Convegno Europeo di Analisi Musicale e Teoria Musicale, Leuven, Belgio

ABSTRACT

«Oggi la musica non è più esclusivamente un'arte performativa: come nel caso della musica elettronica (sperimentale e popolare), può essere prodotta esclusivamente con la tecnologia, senza l'azione fisica diretta di uno strumentista. Rispetto a questo paradigma estetico, il compositore italiano Dario Buccino (Roma, 1968) fa esattamente l'opposto, creando una musica che è perfino iper-performativa, essendo composta con obiettivi altrettanto ambiziosi per quanto riguarda le azioni fisiche richieste per produrre il suono e per quanto riguarda il suono stesso.

A tal fine, Buccino ha sviluppato un sistema di notazione originale, con molte soluzioni grafiche ad hoc, dove i simboli musicali sono integrati da indicazioni sull'atteggiamento propriocettivo, le azioni fisiche da attuare durante la performance (spesso simili a quelle del teatro di ricerca, della danza e della body art) e soprattutto le esperienze percepite nel suonare.

In questo senso, Buccino si spinge oltre la “musica intuitiva” di Karlheinz Stockhausen (intorno al 1968-1970), le note Maulwerke di Dieter Schnebel (1968-1974, in progress) e la “musica concreta strumentale” di Helmut Lachenmann, e radicalizza un approccio che è tipico, invece, di altri generi musicali (tradizionali e popolari), in cui, a tutti i livelli, la forma (spesso estemporanea) deriva dal rapporto fisico esclusivo che si crea tra l’interprete e il suo strumento.

Le analisi devono far fronte a tutto questo, prima comprendendo la particolarità di questo sistema di notazione, in modo da valutare la sua pertinenza e le sue necessità, anche rispetto ai suoi precedenti storici e ai casi analoghi; poi, studiando una musica che non è solo musica, ma s'inserisce nell'ampia categoria dell'arte performativa; infine, cosa più importante, trovando un modo di integrare nel dominio scientifico non solo il suono e la struttura della musica, ma anche le esperienze interiori, in questo caso esteticamente eccezionali, di cui è veramente composta.»

Stefano Lombardi Vallauri


SETTEMBRE 2014

"Dario Buccino: per un'etica della percezione"
Conferenza di Marco Crescimanno

Festival Nuove Musiche 2014, prod.
Teatro Massimo di Palermo, Conservatorio V. Bellini, Università degli Studi di Palermo

ABSTRACT

«Dario Buccino è una delle figure più interessanti dell’attuale panorama musicale internazionale. Compositore, strumentista, vocalista, artista performativo, teorico, didatta, progettista di strumenti musicali, in oltre vent’anni di attività ha precorso le attuali tendenze della musica contemporanea, basate sull’integrazione di musica e performance art. Le sue opere intensificano l’attenzione percettiva e propriocettiva di chi suona e di chi ascolta, precipitandola nell’esperienza di un perdurante, intenso qui e ora.

Dai primi anni Novanta, Buccino ha elaborato il Sistema HN (acronimo di hic et nunc), un sistema musicale basato sull’organizzazione compositiva delle forze profonde del processo performativo. Nel 1994 è stato invitato come Compositore Ospite presso i Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt per presentare il suo sistema, definito da Heinz-Klaus Metzger un’«invenzione artistica sorprendente», in grado di «parametrizzare il dolore».

Il sistema utilizza una tecnica di notazione originale, dotata di una struttura semiotica coerente – sintattica, semantica, pragmatica – e caratterizzata dalla funzione cardinale di specifici parametri corporali ed esperienziali. Attraverso il Sistema HN Buccino trascende i parametri tradizionali del suono – altezza, durata, timbro, dinamica – a favore della strutturazione di fatti sonori concepiti come unione inscindibile di fenomeno acustico e processo esecutivo.

Con le sue opere Buccino ha allargato in molti sensi i confini del "musicabile", coniugando il radicalismo della sua ricerca sul suono e le azioni fisiche che lo producono, con un’attenzione costante e irrinunciabile agli esiti "ascoltuali" delle sue musiche, riuscendo a creare opere di grande bellezza e potenza espressiva.»

Marco Crescimanno


MAGGIO 2014
Copertina la costrizione della nudità

La costrizione della nudità è il mio primo disco dedicato alla forma canzone e prodotto col grande Taketo Gohara. L’album è stato selezionato al Premio Tenco per la categoria “Migliore Opera Prima 2014″.

Si tratta del primo lavoro discografico in cui ho applicato alla forma canzone il Sistema HN®, il sistema musicale basato sulla parametrizzazione dell'azione fisica che, fino ad adesso, avevo sempre utilizzato nell'ambito della musica cosiddetta colta.   

Il disco, che festeggia il ventesimo compleanno del Sistema HN, è stato presentato dal vivo il 21 giugno 2014 in Piazza del Duomo a Milano, durante Make Music Milan, la Festa della Musica di Milano. 

Accompagnato dalla Lamiera HN® e da sette musicisti dell'Ensemble HN, ho reso il mio personale omaggio alla forma canzone, cui da sempre mi sento vicino come musicista di strada e collaborando negli anni con artisti quali Vinicio Capossela, Marco Parente, Stefano Edda Rampoldi, Enrico Gabrielli

Il titolo dell'album, una frase di Primo Levi, è legato tra le altre cose alla Lamiera HN, un foglio d'acciaio nudo e crudo che, grazie a semplici ma decisivi procedimenti costruttivi, si trasforma in un vero e proprio strumento musicale solista.  

Alla realizzazione del disco hanno preso parte Sebastiano De Gennaro, Stefano Nanni, Mauro “Otto” Ottolini, Alessandro “Asso” Stefana, il coro di voci bianche Mitici Angioletti diretto da Mariafrancesca Polli e il Quartetto EdoDea formato da Edoardo De AngelisLuca MarzialiEmilio Eria e Alejandro Martinez.

"Siediti ad ascoltare la sofferenza che si fa bellezza, il suono che rapisce e dilaga, i percorsi orchestrali che girano veloci per riempire gli angoli della stanza, della bocca, dei pensieri accatastati da giorni. In questo disco c’è un cantautore raffinato e definito che si immerge tra strumenti e musicisti, che non è mai solo ma disegna tratti che si uniscono ad altri per creare strutture sonore dalle finiture curate e colme di dettagli."
Margherita G. Di Fiore, rockit.it (...)

"Compositore, performer e artista di strada, Dario Buccino ha seminato nei solchi di questo esordio discografico le spore della sua ventennale ricerca e il suo amore per la forma canzone, riscrivendo l’etimo del cantautorato in una grammatica sperimentale che è morfologia carnale-emotiva, prima ancora che nuova notazione fonografica.
C’è da credere che, se questo è il debutto, Buccino non farà alcuna fatica ad alzare il livello del songwriting italiano."
Nadia Merlo Fiorillo, mescalina.it (...) 

"Per questa ringhiera Buccino instrada i suoi progetti, rendendo viva una cronaca che a molti sfuggirebbe di mano, e in questo La costrizione della nudità crea o creerà un solco per chi vuole legare a mo’ di bouquet la sperimentazione sonora a una prosa istintuale."
Christian Panzano, SENTIREASCOLTARE (...)

"La presenza della numerosa schiera di artisti indicati nello spazio a fianco è ulteriore testimonianza dell’elevato valore artistico del progetto.
Lavoro senz’altro complesso e coraggioso che premia alla distanza; astenersi gli amanti dei motivetti da fischiettare sotto la doccia."
Paolo Bartaletti, laScena.it (...)

Lamiera HN®

ITA / ENG

Foto Marina LuzzoliVerso la fine degli anni Novanta cominciai a cercare il mio strumento musicale ideale. No, non ideale: l'idealizzazione allontana dalla sfida delle cose vive. Cercavo lo strumento eletto, sbocciato in grembo al Sistema HN®, pronto ad attraversarlo come una lama e farsene attraversare.

Avevo nel frattempo realizzato quattro cicli di composizioni HN. Gli strumenti musicali erano stati generosi, permettendomi di realizzare quell'unione fusionale tra corpo vivo e abisso vibratorio che costituisce la mia sete perenne. La voce, in particolare, aveva assunto il ruolo di prediletta, e non me ne stupivo: la voce non è un oggetto, è un atto psicofisico, è HN di per sé, non può manifestarsi senza carica interiore, fosse anche il gelo di una voce stronza. Avevo scritto anche per pianoforte, archi, fiati, grancassa, timpani, gong, chitarra, fisarmonica, danzatore e perfino una composizione mentale, e ogni strumento mi aveva dato quello che, in quel momento, cercavo. Ma le esigenze cambiano, e dovevo irradiare l'HN in altri modi.

Ognuno degli strumenti che avevo usato fino ad allora, dà origine, tendenzialmente, a suoni che "vengono da lì", suoni la cui collocazione spaziale è sempre individuabile, in maniera più o meno immediata. Sognavo altro: uno strumento che fosse in grado di imporsi per scomparsa, mettendo in risonanza direttamente lo spazio e il tempo, spiccando il qui e ora come se quest'ultimo, d'un tratto, sorprendesse se stesso a esistere; uno strumento capace di farsi interamente atto vibratorio, disincarnandosi a un cenno del performer o esplodendo come iper-presenza acustica.

Inoltre cercavo un mezzo che permettesse all'interprete di suonare sé stesso, come se l'intero suo corpo fosse voce. Volevo coinvolgere tutta l'anatomia dell'esecutore, non solo le sue parti distinte: non volevo il corpo intero, volevo la sua interezza. Aspiravo a uno strumento che conducesse il performer a fondere in un insieme organico le correnti interne della complessità biomeccanica dell'azione fisica; uno strumento che diventasse l'amplificatore della carica energetica dell'atto corporeo.

Cominciai a sperimentare coi cartelloni elettorali, in strada. Di notte li abbracciavo e mi contorcevo con loro. Aspettavo che non passassero macchine: non sarebbe stata la prima volta che la polizia mi fermava per le mie danze notturne, del tutto normali per me quando vengo preso da un'intuizione compositiva che chiede, con perentorietà da neonato affamato, di essere completata subito.

Avevo già lavorato con le cosiddette "lastre del tuono", e sapevo cosa potessi chiedere loro. Sapevo però anche i limiti di questi oggetti: le dimensioni, i materiali, gli spessori, le modalità di sospensione... C'era sempre qualcosa che ostacolava la comunione col corpo e, a livello acustico, c'era sempre qualcosa che non permetteva di raggiungere gli opposti estremi dell'etereo e del materico. Finalmente nel 1998 misi a punto la lamiera elettiva, la Lamiera HN, pronta ad affrontare un salto evolutivo: uno strumento solista, in grado di saziare, se non addirittura superare, le esigenze del linguaggio musicale HN.

Studiai ogni dettaglio costruttivo per facilitarne la manipolazione – anzi, la "corpipolazione"! – e per ottimizzarne le prestazioni acustiche. Scelsi, innanzitutto, di sospendere la lamiera tramite un'unica fune fissata a un solo foro: soluzione strutturale semplice ma decisiva, che facilita notevolmente la diffusione delle onde vibratorie attraverso il foglio d'acciaio e, soprattutto, rende possibile la piena interazione tridimensionale – non solo frontale – con lo strumento le cui dimensioni, inoltre, sono calcolate secondo formule matematiche applicate alle proporzioni anatomiche irripetibili di ciascun interprete.

Come nel caso del Sistema HN, il nome dello strumento è comparso molto tempo dopo la sua ideazione. Per oltre quindici anni la Lamiera HN mi ha dettato composizioni, performance, installazioni e riflessioni, finché il nome non si è imposto da sé. Figlia del mio sistema, è a sua volta progenitrice della famiglia delle Percussioni HN®:  l'incCubo®, il Grande incCubo®, le HN Superballs® e altri strumenti nati per soddisfare l'amore tra carne, pensiero, suono e materia.

© 2014 Dario Buccino

Photo © Marina Luzzoli

HN Steel Sheet®

ITA / ENG

Foto Marina LuzzoliTowards the end of the 90s I began searching for my ideal musical instrument. No, not ideal: idealisation alienates you from the challenge of living things. I was looking for the elect instrument, flowering in the womb of the HN System®, ready to cut through it like the blade of a knife and allowing itself to be penetrated.

In the meantime I had completed four cycles of HN compositions. Musical instruments had been generous, allowing me to actualise what constitutes my perennial thirst: the fusional union between the living body and the vibratory abyss. The voice, in particular, had assumed the role of the favourite, and I wasn’t surprised: the voice is not a thing, it is a psychophysical act; it is HN per se; it is unable to manifest itself without an inner charge, even in the heartlessness of a callous voice. I had written for the piano, bowed and wind instruments , bass drum, timpani, gong, guitar, accordion, dancers and even a mental composition, and every instrument had given me what, at that moment, I was searching for. But needs change, and I had to irradiate HN in other ways.

Each of the instruments that I had used until that point generally produces sounds that “come from there,” sounds whose location in space can always be identified, more or less clearly. I dreamt of another: an instrument that was capable of assertion in dissolution, directly causing space and time to resonate, throwing the here and now into sharp relief, as though, suddenly, it had surprised itself into existing. An instrument capable of turning entirely into an act of vibration, by disembodying itself with the performer’s slightest movement or exploding like a acoustic hyper-presence.

Furthermore I was searching for a way to allow the interpreter to play himself, as though his entire body were a voice. I wanted to involve all of the performer’s anatomy and not only its separate parts: it wasn’t the entire body I wanted, but the body’s entirety. I aimed for an instrument that would lead the performer to fuse the internal currents of the biomechanical complexity of physical action into an organic whole; an instrument that would become the magnifier of the energy charge of the corporeal act.

I began to experiment with metal campaign signs on the street. At night I embraced them and I contorted myself with them. I was waiting for a moment when there were no cars: it wouldn’t be the first time that the police would come to stop me for my nocturnal dances which were nothing unusual when I was seized by a compositional intuition that demanded, with the peremptoriness of a hungry newborn baby, to be promptly satisfied. 

I had already worked with so-called “thunder sheets,” and I knew what I could get from them. However, I also knew the limits of these objects; dimensions, materials, thickness, ways of suspension – there was always something that impeded communion with the body and, at the acoustic level, something that prevented the union of the opposite extremes of the ethereal and the concrete. Finally in 1998, I developed the elect steel sheet, the Lamiera HN, ready to undergo an evolutionary jump: a solo instrument, capable of satisfying, if not even exceeding, the demands of HN musical language. 

I studied every constructive detail to facilitate its manipulation – in fact, “bodypulation”! – and to optimise its acoustic response. First and foremost, I chose to suspend the steel sheet with a single rope fixed to a single drill hole: a simple but decisive structural solution, which significantly facilitates the diffusion of vibratory waves across the sheet of steel and, above all, makes full three-dimensional – not only frontal – interaction possible with the instrument, whose dimensions, moreover, are calibrated according to mathematical formulas applied to each interpreter’s unique anatomical proportions.

As was the case with the HN System, the name of the instrument appeared a long time after its conception. For over 15 years, the Lamiera HN had given me compositions, performances, installations and reflections, until the instrument itself came up with the name. Offspring of my system, it is in its turn the progenitor of the HN Percussion® family:  the incCubo®, the Grande incCubo®, the HN Superballs® as well as other instruments born out of the need to satisfy the love between flesh, thought, sound and matter. 

© 2014 Dario Buccino

Photo © Marina Luzzoli

Il Sistema HN®: Hic et Nunc

ITA / ENG

Nel 1986, a 17 anni, mi fu diagnosticato un cancro alla tiroide. Aspettativa di vita: due anni, forse uno. Imparai a vivere nel puro presente. Nessun futuro, nessun passato, nessuna aspettativa, nessun rimpianto, solo l'accensione dell'istante, una scintilla scoccata dentro un vuoto che riconobbi come fondamento dell'esistenza, un fondamento più autentico e nutriente – così mi sembrava – del pieno di memoria e progettualità che aveva strutturato fino a quel momento la mia vita.

In realtà, molto prima di ammalarmi, avevo già iniziato a lavorare su quella che chiamavo la "nostalgia del presente", il piacere struggente e vitale di assaporare ogni istante nella sua irripetibilità, nel suo perpetuo sorgere vergine e tramontare per sempre; ma la prospettiva di non avere prospettive rendeva questo lavoro ancora più cruciale, più urgente e perfino più voluttuoso e naturale, pur se a prezzo di un'angoscia straziante.

Diverse lunghe settimane dopo, sospese in una fragranza di eternità, i medici mi dissero che si erano sbagliati. Non avevo il cancro. La nuova rivelazione fu perfino più sconvolgente della precedente. Ero condannato a vivere nuovamente nel tempo che scorre, che si consuma anno dopo anno, un tempo dentro il quale si deve costruire e non solo far vibrare l'esistenza.

Mi sentivo smarrire in un dilemma lacerante: come unire organicamente le due dimensioni, la vertigine del Vuoto e quella del Pieno, proteggendole dalla devastazione reciproca? Cominciai a cercare la risposta nella musica, baricentro della mia vita da quando ero ragazzino.

Qualunque strategia compositiva mettessi a punto, però, mancava della scintilla vitale dell'istante presente, e qualunque disciplina improvvisativa, d'altra parte, non placava il mio bisogno che l'irripetibile prendesse vita sistematicamente. Mi occorreva conficcarmi al centro di un crocevia: organizzare – e convogliare sulla pagina scritta – tanto l'intensità della forma, quanto quella dell'esperienza performativa. Dopo anni di colpi di cranio contro la parete che separava i due fronti, riuscii a incrinarla e trovai il mio varco: il Sistema HN.

Ecco il concetto: entrare nell'atto corporale e mentale attraverso cui il performer crea e controlla il suono, penetrarne il processo in profondità, scomporlo in parametri e ricomporlo a strati polifonici, anzi, poliparametrici. In questo modo la potenza performativa diventa architettura compositiva.

Elaborai un sistema musicale intricato, costituito da tecniche di composizione, esecuzione e notazione, con l'ambizione di catturare la misteriosa risonanza affettiva del suono. Dopo i primi dieci anni di sfruttamento accanito di questo organismo, gli detti il nome di Sistema HN. La struttura e l'effimero. HN, hic et nunc, qui e ora.

© 2014 Dario Buccino