La costrizione della nudità

La costrizione della nudità

Del tuo buio ho fatto festa,
sgozzando la bestia che rideva.
Occhio bianco e corpo scemo,
ma cazzo, non vedi che morivo!?

Puliscimi, tu sola puoi.
Non rompermi il cuore,
sul mio non ci puoi camminare.
Ma guarda che sorpresa,
quanto sporco c'era nella
costrizione della nudità. 

Del tuo scempio succhio il malto,
volevo saziarmi prigioniero.
Strazio sciocco e raggelante,
le mani non reggono il mistero. 

Pulisciti, tu sola puoi.
Ridammi il mio sangue,
sul mio non puoi schiacciar le suole.
Ma guarda che sorpresa,
è finito il tempo della
costrizione della nudità. 

Distruggiti, tu sola puoi.
Non vedi il mio tremore
strappato alla tua lancia di ruggine?
E attorno le teste dei morti tuoi scolate... 

Ma so il tuo candore e so il mio supplizio:
non posso appartenerti, non posso appartenere, non devo appartenere. 
Volevo soltanto lo schianto a precipizio. 

Madre nera, madre stanca,
l'orrore del verme che sfottevi...
Io ti cerco nella furia.
Il verme ti ha fatta prigioniera. 

Ma storto dio! Tu sola puoi!
Ma come potevi
schiacciare quelle vite a vuoto?!
Ma guarda che sorpresa,
è venuto il tempo della
costrizione della nudità.
La costrizione della nudità.
La costrizione della nudità.
La costrizione della nudità.

 

© 2009 Dario Buccino